TERZA PARTE
Giugno 2010-11-01
Non ci sembra vero ma quest’anno la calda e calma primavera greca si fà attendere ed il meteo si mette ancora al brutto, salpiamo il 1° giugno da Porto Spilia e ci riportiamo nel nostro rifugio preferito a Vliho. Ci facciamo “lavare” bene per 2 giorni, poi finalmente il 3 il tempo migliora e andiamo alla fonda nella rada di ABELIKE ad E di Meganisi. Il luogo è idilliaco; un fiordo che si infila nell’isola per circa 1.5 mg, circondato da boschi di ulivi, con sullo sfondo ad E, le alte montagne della costa dell’Epiro. Siccome il meteo ci ha dato solo un giorno di buono, decidiamo di provare la rada di PORTO VATHI a 3 miglia da AbeliKe. Il cielo è carico di nuvoloni nerissimi e minaccios, ma siamo in calma di vento. Alle 11,30 ormeggiamo su corpo morto. Poiché il porticciolo è ancora in allestimento ed i servizi, a parte acqua e luce non sono ancora attivi, non si paga nulla! Facciamo anche amicizia con Kirill, un giovane di origini cretesi che per il momento gestisce l’organizzazione del porticciolo… e già che ci siamo e gli diamo una mano per i corpi morti e gli ormeggi. Poco dopo il nostro arrivo tuoni, fulmini e acqua a catinelle; il tutto dura circa 3 ore, poi il cielo si apre in uno splendente blu con arcobaleno annesso! Decido di darmi una rasata ai capelli e, dopo varie indagini, trovo un vecchio parrucchiere (il mitico Jannis) che, in un carugetto, dietro il borgo, seduto su di una malferma sedia di plastica, con uno specchietto tutto opaco in mano, raccontandomi dei soldati italiani della 2° guerra mondiale (… mangiavano maccheroni e suonavano il mandolino…) e del suo lungo periodo di lavoro in Australia, mi ha rasato a ZERO!!!… Forte!!
Alla sera andiamo a cena da “ERRICO” dove mangiamo un fantastico “stufato”.
Il giorno 8 Giugno salpiamo per Cefalonia, destinazione FISKARDO (la Portofino della Grecia Jonica!). Arriviamo in tarda mattinata e troviamo già molte barche ormeggiate. Fuori dalla rada c’è una nave da crociera che sta sbarcando centinaia di turisti a terra con le sue scialuppe rosse.
Eseguiamo un ormeggio da manuale (ormai Paola è assolutamente efficiente nel calare l’ ancora ed al momento giusto portarsi a poppa per completare l’ormeggio!) che però non soddisfa un ristoratore locale che ci vuole cacciare perché a suo dire disturbiamo lo sbarco dei turisti (cosa assolutamente non vera!). Chiama persino la locale Guardia Costiera che con sorrisetto ci consiglia di spostarci di qualche metro e si ferma a dare una mano per il successivo ormeggio… na’ palla!!!!
Naturalmente per il secondo ormeggio si era levato un venticello al traverso che complica la manovra e dò una toccatina con la plancetta di poppa… nulla di grave.
Nonostante la confusione bisogna riconoscere che Fiskardo è veramente un borgo caratteristico, ben tenuto e pulito. Troviamo anche senza alcuna difficoltà un WIFI free.
Il giorno successivo navighiamo verso S nel canale tra Itaca e Cefalonia; sulla costa di Itaca non vi sono ridossi significativi, mentre su quella di Cefalonia sono numerosi anche se molto piccoli, da non più di 2 o 3 barche. Troviamo posto in un ridosso segnato come, KATO LIMENE, sulle carte; ancoriamo in acqua caraibica con caprette che pascolano sulla spiaggetta di ciottoli in fondo alla rada. Sembra che il tempo si stia sistemando ed il giorno successivo ci trasferiamo a S nel porticciolo di AY EUFEMIA (25,00 € a notte). Il porticciolo è riparato, anche se dalle montagne intorno arrivano delle raffiche al traverso. Prevedendo ciò ho provveduto a dare un bel po’ di catena sopravvento e Patchouli è praticamente immobile. Siamo nei luoghi dove è stato girato il film “Il mandolino del Capitano Corelli” con Nicolas Cage, sulla strage dei soldati italiani a Cefalonia e molti bar e ristoranti portano insegne che si rifanno al film. La zona è anche famosa per le grotte di Melissani, dove vale assolutamente la pena fare una visita (si raccomanda di andarci tra mezzogiorno e le 14!). Con lo scooter, affittato da un simpatico inglese in paese, ci facciamo anche un bel giro all’interno di Cefalonia, visitando il monumento ai nostri caduti e percorrendo la stara sulla costa occidentale, da dove si godono panorami mozzafiato, con spiagge bianchissime, ma, sotto il profilo nautico, senza ridossi.
Venerdì 11 Giugno scapoliamo la punta sud di Itaca, passiando per l’isolotto di PERA PIGADI, dove l’acqua è cristallina ed il fondale di più di 4 m sembra a portata di mano. Ci dirigiamo poi a nord verso la rada di Porto Vathi, la capitale di Itaca, patria discussa di Ulisse. Gli indigeni, sostenuti da vaie consulenze archeologiche si disputano la patria dell’eroe omerico tra Cefalonia, Lefkas ed Itaca. Purtroppo non ci sono rovine significative per individuare i vecchi insediamenti o il palazzo reale e la diatriba è ancora aperta! Per rimanere fuori dalla confusione e per ripararci dalle sventolate che scendono dalla montagna, ci ormeggiamo sulla breve banchina situata a NE della rada. Non c’è acqua, nè corrente, ma vi sono due bei ristorantini e spiaggette solitarie con acque limpide. Si va a cena nel ristorantino a circa 50 m dalla poppa di Patchouli. Mangiamo ottimo pesce ad un prezzo onesto.
E’ il 12 Giugno e decidiamo di visitare una zona ad E di Lefkas sulla costa dell’Epiro, subito ad E della punta di Vathi Vale, ORMOS PALAMOS. Una bellissima spiaggia di piccoli ciottoli ocra alle spalle della quale vi è un grande campo di grano appena tagliato. Qualche roccia rossastra sparsa, un enorme platano proprio sulla riva, sotto cui un piccolo gregge di caprette si riposa. Da terra proviene una brezza tesa che ci rinfresca. Un posto veramente stupendo, un acqua bianchissima con delle macchie scure dovute a ciuffi di Poseidonia. Vi sono già alcune barche alla fonda, ma noi riusciamo a trovare un buon ancoraggio.
La bellezza del posto e la nostra tranquillità vengono distrutte dal ritrovamento in coperta di caccoline di topo… DRAMMA!!… abbiamo un clandestino a bordo, verosimilmente salito ad Itaca quando noi eravamo al ristorante.
Decidiamo di tornare a Lefkas il giorno dopo, per procurarci delle trappole. Domenica 13 siamo alla banchina comunale di Lefkas; mi precipito dalla CONTRACT YACHT SERVICE, un Ship Chandler fornitissimo (Inglesi tanto per cambiare!) e compero 2 trappole. Comincia una guerra senza esclusione di colpi (anche inseguimenti con la scopa!!), ma il topo non si fa beccare!
Il 15 è il compleanno di Paola, ma è un compleanno di guerra!! Proviamo anche le trappole con la colla ed esca ma il maledetto riesce sempre a cavarsela. Il 16, durante uno dei nostri giri in bici in paese, alla ricerca di un po’ di relax dal topo, troviamo un vecchio negozietto di ferramente, dove ci consigliano una trappola a gabbietta con porta a scatto… la prendiamo.
Nella notte con un fragore di ferraglia, il clandestino cade finalmente in trappola. Ci ha tenuto in scacco per ben 5 giorni e la nostra felicità è alle stelle! Processo sommario e condanna a morte senza appello!
Già che eravamo qui, le mie preoccupazioni sulle batterie hanno un epilogo… le cambio. Sei nuove VARTA da 105 A. Una bella bottarella di 1000,00 €, ma ora siamo tranquilli.
Il giorno 18 decidiamo di risalire a nord, verso il golfo di Amvrakikos. Ci fermiamo una notte a Preveza con ormeggio alla banchina del paese all’inglese. Il luogo non mi ha entusiasmato particolarmente ed anche Paola ha la mia stessa sensazione. Di fronte ci sono tre grossi rimessaggi (Aktio, Preveza e Cleopatra) con a terra ancora centinaia di barche. Il porticciolo “turistico” del paese è colonizzato da barche stanziali e da due piccole compagnie di charter; non ci si trova mai un buco. Ci spostiamo con grande soddisfazione a VONITZA dominato da un bellissimo e ben tenuto castello veneziano; non andiamo nel porticciolo, ma ci mettiamo alla fonda nella rada a NE dell’isolotto pieno di pini collegato a terra da un ponte ad archi. Uno spettacolo! La primavera che ormai sembrava arrivata, viene attaccata da un fronte perturbato che il giorno 21 e 22 ci martella con nuvolacce e qualche temporale; poichè la situazione tende a peggiorare e non sono tranquillissimo, ci riportiamo il giorno dopo nella rada dove io mi sento più sicuro, a Vliho.
Tanto per prenderci in giro le previsioni questa volta hanno “ciccato” alla grande e, invece de brutto tempo, sembra arrivata l’estate! Sole splendente, calma di vento e caldo???!!???
Il 26 ritorniamo nella rada a E di Lefkas ,da noi ribattezzata “la rada del topo”, per la scoperta del clandestino. Volevamo rigodercela con più calma. Ora è tutta un’altra cosa, bagni , nuotate snorkeling e passeggiate sulla riva. Notte stellata “spaziale”!!
Il giorno 28 ci trasferiamo verso la verdissima isola di Kalamos a Porto Kalamos; navigazione tutta a vela, soft, 4 kn di velocità, venticello al lasco. Passiamo presso la cittadina di Miticas (costa Epiro), che sembra gettarsi in mare su di una sottile e bassa penisola. All’ingresso di Porto Kalamos c’è il mitico GEORGE, che organizza gli ormeggi all’ancora ed invita i diportisti ad usufruire del suo ristorante. Ci siamo trovati bene ed abbiamo cenato romanticamente a lume di candela sulla spiaggetta che si trova proprio sotto al ristorante!
Abbiamo anche passeggiato per il paese abbarbicato sul pendio della montagna e abbiamo scoperto una bellissima spiaggia di ciottoli bianchi, sotto ad un vecchio mulino. Un’acqua incredibile.
Il giorno successivo ci trasferiamo in rada a PORTO LEONE, un bellissimo ridosso a sud di Kalamos, con un villaggio abbandonato. Luogo eccezionalmente tranquillo.
Guardando il calendario pensiamo che ormai dobbiamo a programmare il ritorno a Nord, verso Corfù, dove sabato 10 Luglio arriverà nostra figlia Simona con il marito Massimiliano ed i nostri nipotini Pietro di 4 anni e Giorgio di 2.
Il 30 Giugno nel canale di Lefkas incontriamo un altro Maramu (Aprè Midì) con cui avevamo avuto contatti via e-mail e che sono diretti verso il Peloponneso. Un piacevolissimo incontro.
Fine del mese di Giugno